Prolungata la campagna sulla corretta contraccezione
Facendo seguito all’appello del Papa ai farmacisti perché rifiutino di vendere la pillola abortiva RU486, e alla replica del segretario nazionale di Federfarma, che ha sottolineato come non sia prevista dall’attuale ordinamento la figura del “farmacista-obiettore”, l’associazione catanese di Federfarma ha deciso di prolungare fino a dicembre 2007 la campagna sulla corretta contraccezione, che ha l’obiettivo di educare i giovani ad una sessualità consapevole e prevenire così il ricorso all’interruzione della gravidanza.
La campagna, avviata l’estate scorsa in tutta Italia, ha fatto registrare nelle 274 farmacie della provincia etnea, la maggiore adesione a livello nazionale.
«È vero – ha detto il presidente di Federfarma Catania dott. Gioacchino Nicolosi - che le norme che regolano la professione impongono ai farmacisti di consegnare le medicine dietro prescrizione medica o di procurarle, se non sono disponibili, nel più breve tempo possibile, ma è altrettanto vero che i farmacisti non sono, né possono essere ridotti al ruolo di meri dispensatori di farmaci su richiesta. Per questo, non potendo accogliere per ragioni normative l’invito del Pontefice, come Federfarma Catania abbiamo deciso di investire sulla prevenzione, aderendo alla campagna nazionale sulla corretta contraccezione e prolungandone lo svolgimento fino a fine anno. In tutte le farmacie della provincia sarà possibile ricevere gratuitamente brochure e informazioni sulla corretta educazione sessuale; vogliamo sempre più essere un ponte con il Servizio sanitario nazionale, di cui facciamo parte, per far avvicinare le donne, soprattutto le giovanissime, ai consultori e far acquisire la consapevolezza che la pillola del giorno dopo non è un contraccettivo ma un metodo abortivo che può provocare forti scompensi ormonali e dunque va evitato con il ricorso alla prevenzione.
Dobbiamo prendere atto – ha concluso Nicolosi - che l’età del primo rapporto si è abbassata notevolmente, sono sempre più numerose le dodicenni/quattordicenni che entrano in farmacia per chiedere, dietro prescrizione medica, la pillola del giorno dopo. Spesso queste ragazze non riescono ad avere un dialogo con i genitori o provano imbarazzano a rivolgersi alle strutture sanitarie, in questi casi la farmacia deve diventare per loro un punto di riferimento per chiedere consigli e informazioni, perché le cure non sono fatte solo di farmaci. In questo modo, come uomini, prima ancora che come farmacisti, potremo rispondere all’appello del Papa, che è un appello alla vita, senza disattendere le regole della professione».
Catania, 3 novembre 2007